La lingua perduta delle gru

La lingua perduta delle gru di David Leavitt – prima edizione 1986.

Dopo anni di percorrenza in oscuri sottoboschi umidi e pervasi di odori stantii, per caso mi imbatto, di nuovo in Leavitt… ed è di nuovo amore, come la prima volta.

Opera seconda dell’autore newyorkese autore di “Ballo di famiglia” con il quale ha fatto scalpore in America vincendo premi su premi.

Comincio col dire che non intendo spiegare il perchè del titolo. Lo troverete chiaramente spiegato circa a metà del libro.

Appartamento di new york, una normale famiglia americana vive la propria vita serenamente. I suoi componenti Rose, la madre, scova talenti letterari per una casa editrice; Owen, il padre, è sovrintendente all’ammissione degli studenti in una scuola privata di un certo prestigio; Philip, il figlio, venticinquenne che vive da solo e che causerà, con la rivelazione della propria omosessualità, una “esplosione controllata” della sua famiglia.

Proprio una esplosione controllata perchè anche Owen è gay senza aver mai avuto la voglia o la forza di uscire dal guscio; proprio il coraggio del figlio lo indurrà a confessare la propria condizione e a viverla finalmente alla luce del sole e non nell’oscuro fumoso di un cinema porno dove si reca tutte le domeniche pomeriggio.

La rivelazione onesta e diretta del figlio rende insostenibile per il padre, il mantenimento del proprio segreto; anzi quasi ne stimola una educazione sentimentale per la quale il padre prende a modello il figlio.

In mezzo a questi due modi diversi di vivere la diversità sessuale, sta Rose che viene travolta da questa doppia rivelazione (ma siamo sicuri che almeno del marito non avesse sospetti?); una donna forte, che ha sempre saputo come affrontare le difficoltà e che si trova presa in mezzo tra l’amore che prova per il marito e il figlio e la propria piccolezza mentale che le rende impossibile accettare la loro diversità. Eppure lei stessa non è certo un modello di virtù, visto che ha tradito più volte il proprio marito.

Ovviamente, come ogni buon libro, molti altri sono gli eventi e i personaggi che ruotano attorno alle vite dei tre protagonisti. E’ come se ogni protagonista fosse un fiume solitario che percorre il proprio cammino, svolge le proprie riflessioni, impara le proprie lezioni senza preoccuparsi di quanto accade agli altri due; mentre invece così non è.

Ora dovrei addentrarmi nel racconto dei personaggi ma Leavitt è un maestro nella capacità di raccontare intere personalità in poche parole. Se fosse un pittore, potremmo dire che con poche pennellate rappresenta la totalità del personaggio.

Leavitt ha questa grande caratteristiche di riuscire a far vivere i propri personaggi con grande chiarezza pur lasciando l’immaginazione del lettore libera di inventare le persone come meglio credono.

Indubbiamente il buon David ama la città di New York. E’ straordinario, infatti, quanto riesca a raccontarla in ogni più piccola sfumatura; il lettore si sente tele-trasportato nelle strade della città, vede la città illuminata dalla finestra dell’appartamento, sente il rumore dei taxi che la percorrono senza interruzione; respira gli odori dei vari quartieri che i protagonisti visitano nel loro vivere quotidiano.

Bellissimo libro di un bravissimo scrittore che, negli anni 80 rompeva gli schemi della letteratura con storie minime raccontate “da una certa distanza” infatti per tutto il romanzo si ha la sensazione di vedere gli accadimenti come se ci si trovasse su una balconata ad un paio di metri degli eventi.

Libro consigliatissimo.

 

La lingua perduta delle gruultima modifica: 2013-05-15T09:09:49+02:00da ilovebook
Reposta per primo quest’articolo