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Narciso e Boccadoro

Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse, edito da Mondadori (ma è solo l’edizione che ho letto io), prima edizione 1930, prima edizione italiana 1933.

Convento di Mariabronn; quasi casualmente si incontrano due che diventeranno probabilmente i migliori amici del mondo. Si tratta del giovane ascetico Narciso e del più sanguigno Boccadoro.

Entrambi sognano di diventare monaci ma, mentre Narciso è introspettivo e con una particolare capacità di “vedere” dentro al cuore delle persone, Boccadoro ha una vocazione instillata dal padre che lo vuole monaco affinché non ricordi la madre che, non sopportando la monotonia della vita da coniugata, è scappata quando il bimbo era ancora piccolo.

Narciso, nonostante la giovane età, è già insegnante del convento e si dibatte nei dubbi sul ruolo da avere nei confronti dell’amicizia con Boccadoro che sente molto vicino alla propria anima, ma al contempo ne intuisce le differenze.

Durante una chiacchierata Narciso rivela all’amico i suoi dubbi sulla vocazione di quest’ultimo, affermando che la vita claustrale non è fatta per lui. Boccadoro è un artista e come tale dovrebbe vivere facendo esperienze e lasciando uscire il vero se stesso; inoltre aggiunge che, soltanto analizzando e prendendo coscienza del proprio passato e dei propri ricordi con la madre potrà lasciarsi il problema alle spalle e continuare a crescere in armonia.

Le parole del giovane insegnante sono talmente vere e potenti da portare Boccadoro a perdere i sensi. Quando si riprende è sicuro di quello che deve fare.

Comincia così la vita vagabonda di Boccadoro che lo porterà in molti luoghi sconosciuti, in situazioni piacevoli e potenzialmente pericolose ma, soprattutto, darà la possibilità a Boccadoro di amare moltissime donne. Ognuna di esse rivelerà un pezzetto di mondo al giovane viaggiatore.

Nel corso di questo lungo viaggio (che dura oltre tre anni) Boccadoro imparerà l’arte dell’intaglio divenendone un maestro. Ciò gli permette di aprire il vaso di Pandora delle esperienze racchiuse nel suo cuore e nella sua anima. Capisce che grazie a questa arte potrà finalmente dare sfogo a quelle immagini che ha dentro di se.

Il suo desiderio per le donne lo metterà in serio pericolo prima di permettergli di ritornare a Mariabronn per ritrovare l’amico Narciso ormai diventato abate priore.

Si tratta di un romanzo molto introspettivo infatti durante i suoi vagabondaggi, ma anche durante le conversazioni tra i due amici, si trattano i grandi temi della filosofia, di cosa sia la felicità e di quale sia il ruolo che ognuno di noi ha in questa vita.

Da questo libro si esce sicuramente cambiati, oserei dire migliorati perché i concetti di cui è pregno, sono distillati così chiaramente che, involontariamente, ce ne nutriamo con voluttà.

I due amici rappresentano l’archetipo di quel personaggio tanto caro ad Hesse che è “colui che cerca”; infatti entrambi sono alla ricerca di sé stessi, del proprio ruolo nel mondo e di quella felicità a cui tutti dobbiamo tendere.

Narciso la troverà nell’ascetismo religioso, Boccadoro invece nella crapulosità sentimentale. Questo ci insegna che non esiste una sola via per il raggiungimento del nostro paradiso, ma che ognuno di noi deve costruirsi la propria strada.

Tipico di molti scritti di Hesse è il messaggio recondito: la nostra felicità e completezza non sono doni gratuiti che riceviamo dalla natura, ma sono il premio per tutte le lotte che dobbiamo fare nella vita.

Tralascio di analizzare la grande capacità scrittoria di Hesse perché sarebbe inutile ribadire ciò che altri, molto più titolati di me, hanno già espresso.

L’ultima notazione è per il valore dell’amicizia tra i due ragazzi. Essa è talmente forte da far parlare i due di un “amore”. Amore inteso come grande corrispondenza di sensi.

…se tuttavia so che cos’è l’amore, è per merito tuo. Te ho potuto amare, te solo tra gli uomini”.

Libro consigliatissimo.

Io non esisto

Io non esisto di Cristiana Carminati edito da Edizioni E/O prima edizione 2014.

Non è mia consuetudine recensire un libro appena termino di leggerlo; solitamente preferisco far decantare le sensazioni in modo che il giudizio sia più possibile scevro da qualsiasi influenza, ma in questo caso devo fare una eccezione.

Anticipo che ho trovato questo romanzo giallo molto intrigante e ben scritto e ringrazio chi ha avuto il buon cuore di segnalarmelo.

Trattandosi di un thriller la sinossi sarà il più possibile vaga per non “spoilerare” troppo a chi si vorrà cimentare nella lettura.

Nella Roma contemporanea una giovane ragazza di buona famiglia si appresta a uscire con il fidanzato. Durante la cena i due hanno un litigio per futili motivi e, cercando di rafforzare il suo potere sul giovane, la ragazza decide di uscire dal ristorante affinché il ragazzo si preoccupi e sia costretto ad inseguirla.

Fuori dalla soglia, la mano del destino stravolge la sua vita facendole accettare un passaggio da una persona sconosciuta della quale però la ragazza prova immediata fiducia.

La madre della vittima riceve, qualche giorno dopo il rapimento, una telefonata in cui le si intima di non sporgere denuncia ma di affidare l’indagine all’investigatore privato Andrea Hoffmann.

Nel corso del romanzo si scoprirà che anche l’investigatore Hoffmann è collegato a tutta la storia e che, per poter avanzare nella risoluzione dell’enigma, sarà costretto ad analizzare una parte della propria vita che aveva sempre evitato di conoscere.

Seguiremo Andrea nelle strade di Roma alla ricerca di quel “filo rosso” che lo porterà a conoscere meglio se stesso, la sua storia ma anche la realtà di una mente malata che organizza il rapimento per vendicarsi di una situazione di cui nessuno ha colpa.

Come già anticipato è un giallo molto ben scritto, affascinante in alcuni tratti. Troverete difficile chiudere il libro e tornare serenamente alla vostra vita perché sulla pelle vi resterà un brivido di tensione.

L’autrice è bravissima nel tenere alta la suspance per tutta la durata del romanzo, e a tenere il lettore agganciato alla storia. Ho trovato molto interessante il fatto di lasciare al rapitore il compito di eliminare i vari personaggi che potrebbero essere sospettati, fino ad arrivare ad avere un numero molto esiguo di sospetti.

Come tutti i gialli alla fine il bene trionferà sul male ma proprio l’ultimo capitolo insinuerà il dubbio che la storia ancora non sia giunta a conclusione.

I personaggi e le ambientazioni sono ben descritte ed è facile per il lettore immaginare lo svolgimento dell’azione.

Se proprio voglio trovare una nota negativa devo segnalare che la struttura del romanzo con capitoli brevi e continui salti temporali non mi affascina particolarmente, ma questa è una questione di gusto personale che non deve inficiare la bontà di questo romanzo.

Visto l’avvicinarsi delle festività natalizie, questo libro può essere una strenna molto interessante da donare a chi si diletta nella lettura del romanzo giallo.

Libro molto consigliato.