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La banda Sacco

La banda Sacco di Andrea Camilleri edito da Sellerio prima edizione 2013.

Di nuovo Camilleri senza Montalbano e, di nuovo, è un grande libro, intrigante, avvincente e scorrevolissimo.

Si racconta la storia della famiglia Sacco che, per colpa della mafia prima e dello stato poi, si trasforma da normale agglomerato familiare a gruppo di “delinquenti”.

La famiglia Sacco è composta dal padre Luigi e dalla madre Antonina e da sei figli che, a cavallo tra la fine dell’800 e i primi anni del 900 conducono una vita di lavoro onesto. Gli ideali della famiglia sono quelli del sacrificio e dell’impegno, del lavoro e degli ideali socialisti.

Grazie alla grande dedizione che mettono nel lavoro e nell’attenzione alla condotta morale i Sacco sono molto rispettati nel paese di Raffadali dove l’azione si svolge. Lavorano sodo e si fanno i fatti loro riuscendo addirittura a mettere insieme un po’ di agio e a comprare un pezzo di terra.

 “Ma c’era la mafia” – “Eccome se c’era”.

Il capofamiglia riceve una lettera anonima, poi un’altra, poi c’è un tentativo di furto. A tutte queste intimidazioni però, Luigi risponde sporgendo regolare denuncia ai Carabinieri che rimangono basiti dal coraggio di quest’uomo. Nessuno in paese ha mai avuto il coraggio di denunciare la mafia.

Questo è proprio il punto di svolta della vita della famiglia Sacco che dovrà difendersi dalla mafia in primis, ma anche dai Carabinieri stessi, dai compaesani compiacenti e dai traditori in un crescendo di tentativi di omicidio, testimonianze false e false accuse.

Per la famiglia non ci sarà più pace. Le male lingue cominceranno ad accusare i Sacco di tutte le ruberie e di tutti i delitti che avvengono in paese; la famiglia continua nel suo rigore lavorativo ma le condizioni diventano sempre più difficili. Per potersi difendere da chi, a questo punto, ha solo l’obiettivo di ucciderli, i Sacco richiedono il porto d’armi che, ovviamente, gli viene negato.

Ormai la situazione ha preso una brutta china e la mafia cerca di convincere i riottosi familiari con l’omicidio del capofamiglia e poi con l’incendio della loro proprietà; Ma i Sacco sono di un’altra pasta e visto che lo Stato non provvede alla loro sicurezza, iniziano a difendersi.

L’arrivo in paese del prefetto Mori, giunto su specifica richiesta di Mussolini per sconfiggere la mafia, sarà l’ennesimo e definitivo colpo al buon nome dei Sacco che dovranno difendersi, d’ora in avanti, non soltanto dalla mafia ma anche dallo Stato che dovrebbe schierarsi al loro fianco.

Sarà proprio il prefetto a coniare, per questi contadini coraggiosi, il nome di “banda Sacco” costringendoli alla latitanza e alla lotta senza quartiere.

L’azione si svolge nella Sicilia rurale delle pietraie, delle fratte rocciose che illuminano la magia di una natura che produce meraviglie come i fiori unisessuali del pistacchio. Assaporiamo la magia delle notti stellate avvolte nel profumo del sambuco, i panorami, la gente, i sapori delle cose semplici.

A fare da contraltare a queste immagini idilliache c’è però l’ottusità, la cattiveria, la piccolezza mentale di alcuni uomini e istituzioni che, non solo non capiscono quale sia la realtà delle cose ma, si impegnano allo spasimo per trasformare degli onesti cittadini in malviventi.

La grande capacità narrativa di Camilleri non ha certo bisogno delle mie sperticate lodi. Tutti conoscono la meraviglia che riesce, questo grande autore, a trasmettere con poche, sagge e misurate parole.

Un ottimo libro storico che, proprio perchè mancante di figure ingombranti e scomode, permette al lettore di scoprire una storia minima che però lascia un grande ricordo e una lezione di vita importante.

Libro consigliato.

Shantaram

Shantaram di Gregory David Roberts edito da Neri Pozza prima edizione 2003

Il sottotitolo di questo libro potrebbe essere “Diario di una rinascita” perchè proprio di questo si tratta. Di una rinascita vera e propria.

Si tratta di un bellissimo romanzo autobiografico in cui si raccontano le avventure di un eroinomane, rapinatore australiano, evaso dal carcere di Pentridge e rifugiato in India dove poi ha vissuto per oltre 10 anni.

Penso che il modo migliore per entrare nella meraviglia di questo volume sia lasciar parlare il libro stesso con quello che credo sia uno dei migliori incipit dei romanzi contemporanei.

Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell’amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l’essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granché, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenta un universo sconfinato di possibilità. E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita”.

Roberts ci immerge fin dall’inizio nella sua vita-avventura; è come se scendessimo con lui dall’aereo che lo deposita nella Bombay più “indiana” che mi sia mai capitata di visitare. Nella narrazione dell’autore se ne percepisce l’odore acre e speziato, si sente il trambusto, la lotta spasmodica per la vita, il calore afoso e appiccicoso; si apprezzano i volti differenti eppure noti del popolo.

Quasi impossibile fare una sinossi del romanzo ma alcune considerazioni mi sento di farle.

Vediamo Roberts scendere dall’aereo e immergersi in una città multicolore, multiforme, multietnica, multi-qualsiasi cosa e immediatamente eccolo in un “hotel” di infima categoria a condividere un po’ di droga con altri turisti.

L’incontro con un ragazzo del luogo di nome “Prabaker” sarà l’inizio della sua risalita. Tante sono le avventure che il protagonista vivrà. Lo vedremo organizzare una clinica gratuita in uno “slum” (che sono le baraccopoli più povere della città) dove imparerà a conoscere la cultura di un popolo che finirà per amare immensamente; lo vedremo alle prese con la maitresse più influente di Bombay che lo farà arrestare senza una vera colpa; entrerà in contatto il più potente boss della mafia locale che lo trascinerà in luoghi meravigliosi e spaventosi dell’India; diventerà molto ricco riuscendo allo stesso tempo ad avere un rapporto molto distaccato con il denaro.

Lo so che ho scritto tanto ma in realtà non ho ancora detto niente di questo romanzo. Il problema è che troppe sono le cose, le avventure, i profumi, i suoni, le emozioni, le disgrazie, le fortune, i tramonti che si possono trovare in questo ponderoso volume.

Vi prego, vi prego, vi prego non fatevi scoraggiare dalla dimensione di questo libro. E’ vero, sono oltre novecento pagine eppure scorrono veloci come l’acqua di un fiume impetuoso. Sarà grazie alla capacità di scrittura di Roberts che riesce con poche righe a raccontare sensazioni ed emozioni, sarà per le affascinanti immagini raccontate, sarà per la trama avvincente ma questo libro è veramente una “grossa” gemma.

Da leggere assolutamente gustandone sulla lingua i sapori.

Via da Brooklyn

Via da Brooklyn di Tim Mcloughlin edito da Marsilio prima edizione 2001.

Iniziamo con il “quarto di copertina”.

Finito il liceo per il diciannovenne Mike è tempo di scelte: restare a South Brooklyn, il quartiere di New York in cui è nato e cresciuto, oppure andarsene? Continuare gli studi, trovarsi un lavoro serie, o magari, seguendo le orme del padre, entrare nel remunerativo ma spietato mondo della malavita organizzata? In attesa di una decisione che è tutt’altro che ansioso di prendere, Mike si diverte, guadagna qualche soldo come autista per un servizio di taxi abusivi, frequenta i corsi serali al college e gioca al gatto col topo con l’eterna fidanzata Gina, disposta a tutto pur di mettergli un anello al dito. Ma due eventi, l’incontro con Kathy, sofisticata e intellettuale studentessa di Manhattan, e il brutale omicidio di un amico da parte della mafia, imprimeranno una brusca accelerazione alla vita di Mike, costringendolo a scelte molto più impegnative di quanto immaginasse.”

Dunque dunque… il giovane Mike si trova al primo vero bivio della sua vita ma preferisce bivaccare nella terra di nessuno dell’indecisione piuttosto che progettare e realizzare il suo futuro; in fondo è giovane, ha tutto il tempo per decidere cosa vuole fare da “grande”. Sarà quindi la vita che sceglierà per lui infilandolo in una situazione davvero pericolosa da cui uscirà smarrito e spaventato solo grazie all’acume e all’esperienza del padre, figura in chiaroscuro (più scuro che chiaro in realtà) ma con una propria morale.

Seguiremo Mike in giro per le strade, spesso pericolose, di Brooklyn, nei fumosi bar di periferia, nella sede della società di taxi per cui lavora, a casa di una fidanzata isterica e spasmodicamente alla ricerca di farsi sposare da Mike. Il personaggio della fidanzata è forse quello più azzeccato dall’autore. E’ isterica ma simpatica; l’ha caratterizzata talmente bene che sono riuscito ad immaginarmela perfettamente nei suoi vestitini tanto a modino.

Poi nella vita del protagonista entra la bella e intelligente Kathy che, con poche parole e pochi gesti, si abbatte su Mike e ne sconvolge mente ed esistenza, mettendone in dubbio tutte le certezze granitiche. Lei si infila come un gas benefico nella vita del ragazzo che, senza capire come, si trova cambiato nel suo intimo.

Se volete sapere di più, cercatevi questo vecchio libro e leggetelo.

E’ un buon libro, ben scritto e con una trama inusuale ma sicuramente intrigante.

I personaggi sono tanti e ben raccontati; in alcuni casi vengono solo tratteggiati non perchè non siano importanti ma perchè l’autore desidera che sia il lettore a fare uno sforzo di fantasia e a personalizzare gli attori come meglio preferisce.

E’ bellissimo girare con Mike per le strade di una New York che rimane al limite delle grandi rotte turistiche. Grazie a questo autore, il lettore si immerge in una nuova New York meno scintillante e “grattacielesca” ma sicuramente più vera e vissuta. Frequenteremo personaggi discutibili, assassini, mafiosi, persone che vivono al bordo della normalità, eppure mai sentiremo il vero brivido della paura. E’ un thriller ma di quelli soft.

In alcune descrizioni delle città ricorda uno degli autori che preferisco, David Leavitt, ma non ha il suo genio e la sua capacità di immergere totalmente il lettore nella New York che sta descrivendo.

Ottima la scrittura e buona la trama.

Niente di trascendentale ma sicuramente libro consigliato.

Il gioco degli specchi

Il gioco degli specchi di Andrea Camilleri edito da Sellerio Editore – prima edizione 2011.

Un’altra volta Camilleri chiama, e Montalbano risponde presente. Una nuova, grande avventura della coppia scrittore/personaggio.

Mentre mi accingevo all’inizio della lettura di questa ennesima fatica camilleriana ero titubante e dubbioso, memore della delusione provata con l’ultimo suo scritto (si veda a riprova il post su “L’intermittenza” ndr.), e invece fin dalle prime pagine ho dovuto ricredermi perchè, in questo libro, il “dinamico duo” Camilleri – Montalbano ritrova l’antica verve e ci catapulta in un’avventura fresca come una cascata di montagna e avvolgente come una coperta di lana.

Ritroviamo tutto come lo abbiamo lasciato l’ultima volta: Vigata, Marinella, il commissariato con i suoi personaggi, lo stesso Montalbano… eppure tutto è diverso da come era l’ultima volta. Il commissario percepisce che qualcosa è cambiato ma non riesce a capire quale sia il cambiamento.

Montalbano prova la sensazione di essere entrato nel padiglione degli specchi di un Luna-Park. Il prodigio degli specchi altera lo spazio visibile. Crea nuove e precarie geometrie, dentro le quali i personaggi si moltiplicano, entrano ed escono, senza che se ne capisca la direzione; senza che possano essere sicuramente collocati, davanti o dietro, a destra o a sinistra; e in questo labirinto di riflessi e sensazioni si muove il commissario che, una volta tanto, oltre a guardare gli altri è costretto a guardare anche se stesso (e quello che vede non gli piace poi tanto).

La trama è abbastanza lineare; Montalbano conosce una donna che sembra tante cose ma che forse è solo un’ottima attrice, e la lascia entrare nel giro della sua vita; Liliana, questo è il nome della donna, è un mistero avvolto in un arcano avvolto in enigma. E’ sposata eppure il marito non è mai in circolazione; davanti al villino dove vive compare una macchina che sembra non essere di nessuno, non tenta di celare l’attrazione che prova per Montalbano, non ha il pudore di tentare di nascondere questo sentimento nemmeno quando si trovano in mezzo alle persone del paese, anzi sembra voler a tutti i costi attirare l’attenzione.

In un deposito qualcuno ha messo una bomba. Sembra una storia di pizzo non pagato, ma il magazzino è vuoto da tempo. Le indagini si indirizzano verso gli abitanti del condominio accanto al magazzino, dove si scopre vivono alcuni pregiudicati e la famiglia di un uomo affiliato ad un clan in odore di mafia, attualmente ospitato nelle patrie galere.

Vengono fatte ritrovare alcune lettere anonime che indirizzano verso piste improbabili; si trova un proiettile nella carrozzeria dell’auto del commissario, si trovano due cadaveri… insomma ci sono tutti gli elementi perchè il dubbio si insinui come un odore acre e penetrante tra le pagine del libro, avvincendo il lettore e sfidandolo alla soluzione del caso.

Montalbano sembra divagare, si perde nei mille rivoli di questa inchiesta anomala, il suo cervello spesso è concentrato più sulle forme di Liliana che non sulla risoluzione dell’indagine; eppure, nonostante tutte queste distrazioni il commissario, ancora una volta, ha il guizzo giusto, l’illuminazione improvvisa che gli permette di risolvere l’enigma con maestria e con un po’ di azzardo.

Scorre come un film questo ultimo lavoro di Camilleri; tra inquadrature insolite alternate a piani-sequenza vertiginosi che poi diventano avanzamenti lentissimi.

Forse proprio per lo stile cinematografico scelto dall’autore, il libro scorre rapido sotto lo sguardo vigile dei suoi personaggi che sono raccontati dalla abile penna di un grande scrittore. Ritroviamo tutti gli “attori” storici di Montalbano; da Fazio ad Augello, da Adelina al mitico Catarella che, forse per la prima volta, ha il suo momento di gloria.

Libro ovviamente consigliato.