Via da Brooklyn di Tim Mcloughlin edito da Marsilio prima edizione 2001.

Iniziamo con il “quarto di copertina”.

Finito il liceo per il diciannovenne Mike è tempo di scelte: restare a South Brooklyn, il quartiere di New York in cui è nato e cresciuto, oppure andarsene? Continuare gli studi, trovarsi un lavoro serie, o magari, seguendo le orme del padre, entrare nel remunerativo ma spietato mondo della malavita organizzata? In attesa di una decisione che è tutt’altro che ansioso di prendere, Mike si diverte, guadagna qualche soldo come autista per un servizio di taxi abusivi, frequenta i corsi serali al college e gioca al gatto col topo con l’eterna fidanzata Gina, disposta a tutto pur di mettergli un anello al dito. Ma due eventi, l’incontro con Kathy, sofisticata e intellettuale studentessa di Manhattan, e il brutale omicidio di un amico da parte della mafia, imprimeranno una brusca accelerazione alla vita di Mike, costringendolo a scelte molto più impegnative di quanto immaginasse.”

Dunque dunque… il giovane Mike si trova al primo vero bivio della sua vita ma preferisce bivaccare nella terra di nessuno dell’indecisione piuttosto che progettare e realizzare il suo futuro; in fondo è giovane, ha tutto il tempo per decidere cosa vuole fare da “grande”. Sarà quindi la vita che sceglierà per lui infilandolo in una situazione davvero pericolosa da cui uscirà smarrito e spaventato solo grazie all’acume e all’esperienza del padre, figura in chiaroscuro (più scuro che chiaro in realtà) ma con una propria morale.

Seguiremo Mike in giro per le strade, spesso pericolose, di Brooklyn, nei fumosi bar di periferia, nella sede della società di taxi per cui lavora, a casa di una fidanzata isterica e spasmodicamente alla ricerca di farsi sposare da Mike. Il personaggio della fidanzata è forse quello più azzeccato dall’autore. E’ isterica ma simpatica; l’ha caratterizzata talmente bene che sono riuscito ad immaginarmela perfettamente nei suoi vestitini tanto a modino.

Poi nella vita del protagonista entra la bella e intelligente Kathy che, con poche parole e pochi gesti, si abbatte su Mike e ne sconvolge mente ed esistenza, mettendone in dubbio tutte le certezze granitiche. Lei si infila come un gas benefico nella vita del ragazzo che, senza capire come, si trova cambiato nel suo intimo.

Se volete sapere di più, cercatevi questo vecchio libro e leggetelo.

E’ un buon libro, ben scritto e con una trama inusuale ma sicuramente intrigante.

I personaggi sono tanti e ben raccontati; in alcuni casi vengono solo tratteggiati non perchè non siano importanti ma perchè l’autore desidera che sia il lettore a fare uno sforzo di fantasia e a personalizzare gli attori come meglio preferisce.

E’ bellissimo girare con Mike per le strade di una New York che rimane al limite delle grandi rotte turistiche. Grazie a questo autore, il lettore si immerge in una nuova New York meno scintillante e “grattacielesca” ma sicuramente più vera e vissuta. Frequenteremo personaggi discutibili, assassini, mafiosi, persone che vivono al bordo della normalità, eppure mai sentiremo il vero brivido della paura. E’ un thriller ma di quelli soft.

In alcune descrizioni delle città ricorda uno degli autori che preferisco, David Leavitt, ma non ha il suo genio e la sua capacità di immergere totalmente il lettore nella New York che sta descrivendo.

Ottima la scrittura e buona la trama.

Niente di trascendentale ma sicuramente libro consigliato.