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Tutti i nomi

Tutti i nomi di José Saramago edito da Einaudi – prima edizione 1997

Può sembrare un po’ pretenzioso da parte di Saramago intitolare il libro “Tutti i nomi” visto che nel romanzo il protagonista è l’unico ad avere un nome proprio; certo non un nome completo ma solo un generico “signor José”. Tutti gli altri personaggi che percorrono le vie e la vita del protagonista sono identificati dalla professione o dal posto dove vivono o in qualsiasi altra maniera ma in tutto il libro non troverete altro nome che quello del signor José.

Questo tale è un uomo normale (azzarderei un banale se non sentissi che nella sua normalità sta la chiave di tutto il romanzo), non è sposato, fa un lavoro utile ma noioso (è scritturale ausiliario presso la Conservatoria Generale dell’Anagrafe), vive in una città non meglio identificata in una epoca non precisata ma che ritengo essere posizionabile attorno agli anni ’40 o ’50 del millennio appena trascorso, e la sua vita è sempre stata scandita da ritmi che altri decidevano per lui.

L’unico hobby della vita del signor José è ritagliare gli articoli e le foto del giornale che riguardano personaggi che stanno per diventare famosi o che stanno per cadere dalla fama, aggiornando i dati giornalistici con i dati conservati nel suo luogo di lavoro.

Proprio la necessità di integrare i dati di alcuni personaggi famosi già presenti nella sua collezione fa si che alle schede necessarie rimanga attaccata la scheda di una donna sconosciuta. E il mite scritturale si trasforma, diventa un uomo diverso;

Ora, nel romanzo non viene data spiegazione di quale sia il perverso meccanismo mentale che si attua nel cervello del signor José che decide (ma davvero decide lui o sono gli eventi che decidono per lui?), di voler conoscere di più questa donna misteriosa; vuole sapere che fa nella vita, vuole conoscere il suo passato (e sospettiamo che gli piacerebbe conoscerne anche il futuro).

Inizia così la spasmodica ricerca di un bandolo a cui aggrapparsi (quasi fosse il mitologico filo di Arianna) per cominciare a dipanare a ritroso la vita di questa figura.

Nel corso di questa indagine il signor José passerà da modello di abnegazione al lavoro e rispetto delle gerarchie a un uomo capace di fare cose che mai avrebbe pensato di fare; dirà mezze verità e bugie totali, abusaerà della sua professione per accedere più rapidamente alle informazioni, diventerà ladro e falsario il tutto al fine di pervenire a quello che da semplice curiosità si trasforma lentamente in vera e propria necessità morbosa.

Sono geniali e inquietante al medesimo tempo le discussioni tra il signor José e il soffitto della sua camera da letto.

Un altro grande capolavoro di quel gran genio di Saramago che ci propone un’altra apocalisse, dopo quella di Cecità, descrivendoci una lotta per risalire nel tempo verso ciò che non è più o che non è mai stato.

Un libro oggettivamente non semplice da leggere, visto che la mancanza di nomi propri obbliga lo scrittore, e di conseguenza il lettore, a circonvoluzioni mentali per riconoscere i personaggi; ma allo stesso tempo proprio la mancanza di nomi fa sì che l’attenzione del lettore sia totale. Per la paura di perdere un qualche elemento fondamentale si rimane concentratissimi sugli avvenimenti e sui tratti psicologici degli attori.

Ancora una volta una grandissima prova di uno degli autori contemporanei più prolifici e sagaci della letteratura del 900, insignito, non a caso, del Nobel per la Letteratura nel 1988

La zattera di pietra

“La zattera di pietra” di Josè Saramago edito da Einaudi  – prima edizione 1986.

Cosa succederebbe se all’improvviso e senza alcuna avvisaglia la Spagna si staccasse dall’Europa proprio come si spacca un cracker lungo la perforazione? Questo è quello che accade all’inizio di questo libro bellissimo. Difficile, ma bellissimo.

La penisola Iberica diventa così una “zattera di pietra”, che inizia ad errare nell’Oceano Atlantico, alla ricerca di un nuovo destino o di una nuova posizione all’interno dello scacchiere del mondo. Parallelamente alla navigazione della terra inizia la navigazione di quattro personaggi sconosciuti tra loro, ma che la vita e il peregrinare renderà molto unite. Ognuna di queste persone ha una particolarità. Una di loro traccia con un bastone una riga per terra e questa diventa permanente, nel senso che anche se viene cancellata o bagnata affinchè scompaia, riappare poi come se si trattasse di magia; c’è un uomo che sente il tremolio continuo della terra (come se fosse la vibrazione del motore che gira al minimo!); una persona che riesce a sollevare una pietra pesantissima e a lanciarla lontanissimo…e tra loro c’è anche un cane.

Con la scusa di raccontare la navigazione dell’intera penisola (ma a questo punto sarebbe meglio chiamarla isola), Saramago ci racconta la navigazione dello spirito umano nella vita, alla ricerca di quel porto felice che è la realizzazione di ogni uomo.

Libro di prodigi, di tremori terrestri, di imprevedibili magie, di presagi demoniaci e di spunti ecologici “La zattera di pietra” accompagna il lettore nel lungo viaggio all’interno dei rapporti umani, del loro sorgere e del loro tramontare; della nascita dell’amicizia e dell’amore ma anche del loro finire (a volte tragico).

Libro di grande intensa analisi psicologica “La zattera di pietra” è uno di quei libri che fai fatica mentre lo leggi, ma che quando lo hai terminato ti manca, come il sole manca all’alba.