Gran circo Taddei e altre storie di Vigàta

Gran circo Taddei e altre storie di Vigàta di Andrea Camilleri edito da Sellerio editore Palermo – prima edizione 2011.

In questo libro il genio di Camilleri si esplica in 8 racconti brevi, tutti ambientati nella Vigàta dell’epoca fascista. Cercherò di darvene un senso senza togliervi il gusto della lettura.

Il primo racconto si intitola “La congiura” e vi si raccontano le imprese di un sarto della premiata sartoria palermitana “Stella di Pizzo” che giunge nella città per rifare il guardaroba alle signore delle alte gerarchie fasciste e che invece si ritrova coinvolto (neanche tanto suo malgrado) nelle beghe e nelle lotte intestine alla sezione femminile fascista della città.

Si prosegue con “Regali di Natale” nel quale si racconta come in Vigàta sussistono pacificamente alcuni circoli dove si giocava a carte ovviamente d’azzardo! Il circolo Famiglia & Democrazia è frequentato dal fior fiore della città ed è molto difficile entrarci tranne nel periodo tra il venti dicembre e il primo di gennaio; durante questo tempo infatti ogni socio può presentare al circolo uno o più amici(per i quali garantisce) che pagando una quota diventavano soci avventizi. Proprio uno di questi avventizi è il vero cuore di questo racconto, un uomo ricco e temuto da tutti. Il suo ingresso nel circolo sarà molto doloroso per i soci nella notte della vigilia di Natale.

Segue “Il merlo parlante” in cui vengono raccontate le disavventure di un uomo (Ninuzzo Laganà) che cerca una donna per poterla sposare. Ha le idee molto chiare su quale tipo di donna voglia e su quali caratteristiche deve avere. Trova queste cose in Daniela una ragazza che è “una stampa e una figura” con ciò che vuole Ninuzzo. Inoltre viene recapitato in ufficio un merlo indiano che genera una serie di situazioni che porteranno Ninuzzo a capire quanto si sia sbagliato nel giudicare Daniela.

Il racconto successivo è quello che da il titolo a tutto il libro “Gran circo Taddei”; Vi si racconta di quella volta in cui a Vigàta giunse il circo e di come questo abbia emozionato i vigatesi per le meravigliose esibizioni degli artisti e di come la presenza di un leone abbia stimolato la fantasia di un giovane desideroso di ereditare l’immensa fortuna della zia con cui vive, e del tentativo, effettuato da questi con la collaborazione di tre sorelle che sono le figlie del proprietario del circo, di entrare finalmente in possesso dell’eredità.

Si prosegue col racconto “La fine della missione” nel quale viene dipanata la storia dell’avvocato Totino Mascarà, della sua vita e del suo totale disinteresse verso l’amore e l’altro sesso e di come questo fatto abbia generato la diceria che “a Totino il fucile non funziona”…ma sarà poi vero?

Si incontra poi il racconto “Un giro in giostra” nel quale si analizza la sfortuna di un professore che la vita colpisce più volte. Una prima volta alla morte di suo padre quando sua madre si deve inventare un modo per poter dare qualcosa da mangiare al figlio; dopo le seconde nozze della madre con un ricco signore,la vita colpire di nuovo quando a causa di un incidente entrambi i genitori muoiono ma Nito non può ereditare per l’opposizione della sorella del secondo marito, ma soprattutto sarà sui sentimenti che Nito patirà la sua peggiore debacle!

“La trovatura” è il racconto che segue; vi si racconta di quella volta in cui a Vigàta giunse una maga chiromante e chiaroveggente che cerca di guadagnare qualche lira grazie alla creduloneria dei vigatesi. Pur essendo una cialtrona la maga però ha un cuore molto grande e prova ad aiutare le persone che si rivolgono a lei talvolta inventandosi false predizioni. Proprio da una di queste predizioni, fatte per buon cuore, nascono una serie di eventi che porteranno grande scompiglio nella vita di lei e di alcuni abitanti.

L’ultimo racconto si chiama “La rivelazione” e racconta del lento riprendere della vita nella città di Vigàta nei mesi successivi allo sbarco degli americani e della conseguente liberazione dal giogo fascista. Nella gioia di quei giorni però si affaccia un problema; il previsto ritorno dal confino di Luici Prestìa “comunista arraggiato”, viene sistematicamente rimandato in quanto questìultimo si fa arrestare ogni qual volta termina di scontare la sua pena. Nella sezione di Vigàta del Partito Comunista si comincia a discutere sul perchè di questo comportamento e si giunge alla decisione di mandare un iscritto a parlare con il Prestìa in modo da capire cosa gli stia passando per la testa. La rivelazione che Prestìa fa sarà sconvolgente e al tempo stesso genererà delle “grosse risate”.

Tutti i racconti hanno uno sviluppo che non ho voluto raccontare ovviamente per non togliere al lettore il gusto della scoperta, ma vi assicuro che ognuno di essi un finale imprevisto e, alcune volte, divertente.

Inutile dire che la lingua parlata è il dialetto siciliano che ormai caratterizza molti degli scritti di Camilleri; quel dialetto che anche noi, non avvezzi, abbiamo imparato a comprendere ed amare.

Pur trattandosi di racconti, e quindi avendo necessità di essere brevi e concisi, i personaggi e le loro psicologie sono ben disegnati, ciò dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto l’amore per la letteratura e la fantasia possano aiutare a creare uno scritto non banale nè noioso.

Se vi piace Camilleri, anche senza Montalbano, allora questo è un libro che certamente amerete tanto quanto l’ho amato io.

Gran circo Taddei e altre storie di Vigàtaultima modifica: 2011-06-26T18:20:14+02:00da ilovebook
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