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Limonov

Limonov di Emmanuel Carrére edito da Adelphi prima edizione 2011.

Limonov non è un personaggio di fantasia ma una persona esistente. Il suo nome è Edward Veniaminovich Savenko nato del 1943; scrittore e politico russo, fondatore e leader del partito Nazional-Bolscevico viene definito come un nazionalista moderato, socialista della linea dura e attivista dei diritti costituzionali. Nel corso del libro scopriremo che fu avversario politico di Vladimir Putin e alleato dell’ex campione mondiale di scacchi Gary Kasparov.

Il libro ha uno sviluppo obbligatoriamente temporale che prende le mosse dall’infanzia nella città di Kharkov in Ucraina dove la famiglia si è trasferita; nel corso della lettura scopriremo come la sua vita nella cittadina ucraina gli stesse stretta e già allora non sopportava certe angheria che viveva. Durante l’adolescenza frequenta bande di strada con il contorno di piccoli reati. Durante questo periodo inizia a scrivere i suoi versi.

Nel 1967 si trasferisce a Mosca dove sposa Yelena Shchapova, svolge i più vari lavori ma riesce ad entrare in contatto con l’ambiente letterario della città e riesce a pubblicare a proprie spese, i primi volumi.

Nel 1974 la coppia lascia Mosca e si trasferisce a New York dove Limonov lavora per un giornale in lingua russa come correttore di bozze; frequenta circoli punk, conosce Lou Reed e scrive il suo primo libro.

Nel 1982 si separa dalla moglie e si trasferisce a Parigi dove collabora con diversi giornali attraverso i quali rafforza la sua immagine di “rosso-bruno” (fascio-comunista) o nazional bolscevico.

Lo vedremo poi tornare in Russia alla caduta del regime comunista e impegnarsi nella vita politica del paese con risultati poco più che mediocri.

Sicuramente la vita di Limonov è stata (ed è tutt’ora) una grande avventura controcorrente; come dice l’autore nelle prime pagine del libro “è stato teppista in Ucraina, idolo dell’underground sovietico, barbone e poi maggiordomo di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei balcani e ora, nell’immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio”. E se Carrère ha deciso di scriverlo, figurarsi se non lo faccio io.

Ultima annotazione: è indubbiamente un libro strano su un personaggio che, personalmente, ignoravo totalmente. Eppure devo ammettere che la lettura di questa biografia è sicuramente affascinante; forse per la vita del protagonista o forse per l’abilità scrittoria dell’autore che non concede pause nella suspance narrativa. Inoltre, con la lettura di questo testo, ci viene raccontata (in maniera assolutamente parziale) la situazione russa dagli anni ’60 ai giorni nostri.

Libro sicuramente interessante.

P.S. Ho delle difficoltà a trascrivere i nomi russi, quindi se trovate qualche errore… bhe siate magnanimi!

L’amore ai tempi del colera

L’amore ai tempi del colera di Gabriel Garcia Marquez – prima edizione 1985.

Quanto tempo aspetteresti l’amore della tua vita?” questo è il sottotitolo pubblicato in copertina dell’edizione spagnola che ho letto, e credo che in esso si trovi il miglior riassunto di questo romanzo straordinario.

Florentino Ariza è un misero impiegatuccio con la passione per la poesia; appena adolescente vede e si innamora perdutamente della coetanea Fermina Daza; tale amore però, non avrà coronamento prima di “cinquantatré anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese”.

Fermina sposerà infatti Juvenal Urbino, un medico di grande fama e, tra le altre cose, lo scapolo più ambito della città; al momento del matrimonio però non c’è amore tra i due; esso si svilupperà lentamente, col tempo, con la conoscenza, il rispetto e la fatica di sopportare i tradimenti del marito.

Durante questi anni Florentino lavorerà sodo all’interno della Compagnia Fluviale dei Caraibi (appartenuta allo zio), intraprendendo una scalata sociale che lo porterà a sentirsi degno di meritare l’amore di Fermina Daza qualora lei sia di nuovo libera.

Nel tempo capita che, a volte i due si incontrino per la città ma, la donna, ostenterà sempre una grande freddezza nei confronti del povero protagonista.

Quando Juvenal Urbino muore in seguito ad una banale caduta da un albero, Florentino ribadisce la sua promessa d’amore che Fermina rifiuta sdegnosamente. I due iniziano però una corrispondenza epistolare che placa l’ira della donna e ne scioglie il cuore.

Questa, in estrema sintesi, la trama del libro; ma questo scritto di Marquez appartiene alla schiera di quei romanzi, in cui la trama è marginale; infatti la grandezza di questo libro sta nel modo in cui è stato scritto, nell’amore che trasuda dalle pagine, dalla meravigliosa capacità dell’autore di rendere i personaggi vivi e reali.

Non si può non parteggiare per Florentino; non si riesce a non trovare spocchiosa Fermina quando rifiuta l’amore di lui; non si può fare a meno di percepire come untuoso e antipatico Juvenal Urbino.

La grande capacità scrittoria di Marquez si evince in tutta la sua straordinaria meraviglia, mentre racconta le ambientazioni e nelle descrizioni dei paesaggi, al punto di far vivere al lettore tali sensazioni; il caldo appiccicoso delle navigazioni fluviali, i giorni di pioggia triste e uggiosa, i pomeriggi caraibici afosi ed indolenti scivoleranno sulla pelle del lettore come il leggero tocco di un pennello di tasso.

E’ una storia che si legge per il gusto stesso di leggerla; la narrazione raggiunge un ritmo seducente che coinvolge e trascina, e ci si lascia trasportare dalla storia senza mai annoiarsi o stancarsi.

Marquez dipinge un affresco in cui si dipana mezzo secolo di storia, di vita, di mode e di abitudini, non senza ironia. I personaggi creati in questo romanzo si aggiungono alla affollata schiera dei migliori personaggi della letteratura contemporanea.

Libro ovviamente molto consigliato.