Maledetta primavera di Paolo Cammilli edito da Porto Seguro prima edizione 2012.

Come diceva la cara Mara Maionchi “per me è no”!

Comprato sull’onda del battage multimediale e consigliato da diverse persone, anticipo che la lettura di questo romanzo mi è pesata parecchio.

Ma procediamo con ordine. Prima il riassunto e poi le mie considerazioni.

Il romanzo è ambientato a Settimo Naviglio, un paesino alle periferie di Milano in cui l’aria che si respira è di monotonia totale.

In questa noia aberrante si muovono i tre protagonisti principali di questa storia. Fabrizio Montagner, trentacinquenne un po’ sfatto che sogna ad occhi aperti; Carlotta, giovane, mozzafiato e gentile solo con chi vuole lei e Ginevra, l’amica del cuore di Carlotta. Le due ragazze insieme si sentono padrone del mondo e si permettono di rischiare forte perché sono convinte che la loro avvenenza sia il lasciapassare giusto per uscire da tutti i guai.

I tre sono legati da un oscuro segreto. Senza alcuna avvisaglia, quando meno ce lo si aspetta un sentimento sgorga tra Fabrizio e Carlotta. I due iniziano una storia, che sembra la più bella e dolce del mondo dopo l’idillio tra Giulietta e Romeo ma che forse non è quello che sembra.

All’improvviso irrompono sulla scena due crudelissimi fatti di sangue che getteranno una nuova luce inquietante su tutti gli attori di questa tragi-commedia.

Tra insane passioni, amori delicati, amicizie pericolose e crimini efferati, quello che appare evidente è la società alla deriva in cui gli attori agiscono; Un’Italia banale e morbosa, figlia della televisione e con una pericolosa deriva dei valori fondamentali quali il rispetto della vita e il valore dell’impegno sia personale che sociale.

Uno dei grossi problemi di questo romanzo è che lo stile di scrittura continua a cambiare; sembra quasi che l’autore stia raccontando la storia agli amici, ma che non abbia le idee molto chiare; che continui a confondersi e quindi sia costretto a dei salti temporali avanti e poi indietro per poi tornare avanti.

I capitoli spesso sono molti brevi (a volte addirittura una sola facciata) spezzando troppo frequentemente la trama, e obbligando il lettore ad un continuo inseguimento del filo narrativo.

I personaggi sono poco definiti nelle loro specifiche psicologiche. Non viene chiarito, per esempio, perché le ragazze si comportino in maniera così insopportabile e, fino alla fine, il personaggio di Fabrizio risulta inutile e senza alcuno spessore. I personaggi secondari sembrano totalmente avulsi dalla realtà che li circonda, come se fossero stati inseriti a forza nel racconto (anche se poi sono proprio loro quelli che portano a conclusione la parte “gialla” del romanzo).

Non aspettatevi un giallo vero e proprio o un romanzo rosa; più che altro questo è un romanzo con una parte che potrebbe diventare una storia gialla, e una parte che andrebbe bene per la letteratura amorosa.

Senza alcun dubbio, libro totalmente non consigliato.