XY di Sandro Veronesi edito da Fandango Libri – prima edizione 2010.

…sarà durissima creare questo post, perché il libro è veramente complesso!

Dunque, andiamo per ordine; personaggi e interpreti: Un prete, una psicologa, undici cadaveri, un paese nell’alto Trentino che si chiama San Giuda, i pochi abitanti del paese e un assassino o una serie di assassini.

Alla psicologa, che per la cronaca si chiama Giovanna Gassion, dopo quindici anni si riapre una ferita ad un dito – ferita che si era procurata per una sua disattenzione nel tagliare il pane necessario per la colazione prima di una gara di sci talmente importante che avrebbe potuto aprirle la strada per la nazionale di sci; contemporaneamente nel bosco che divide il comune di San Giuda da quello di Serpentina undici persone vengono brutalmente uccise; il prete, che al secolo si chiama don Ermete, è tra i primi ad accorrere ed ovviamente l’immagine della carneficina si imprime indelebilmente nella sua memoria e nei suoi incubi. Vengono chiamati gli inquirenti che fanno il loro lavoro.

Alcuni dei morti erano abitanti del paesino e questa tragedia fa si che i pochi abitanti di San Giuda inizino un percorso che li porta lentamente, ma inesorabilmente, alla follia; Il sacerdote chiede alla psicologa di trasferirsi al paese (nella canonica insieme a lui, con tutto il correre di voci che questo genera) per aiutarlo a risolvere i problemi psicologici che si sono sviluppati nei suoi paesani.

Il rapporto tra il prete e la dottoressa procede lentamente; le due persone si scambiano le impressioni sugli abitanti del paese. Si raccontano le loro vite, i loro casini, le loro paure (non pensate a nulla di sessuale… rimarreste delusi.)

Il fulcro del libro, che inizialmente ruota sulle conseguenze degli omicidi, sulle relazioni tra le persone e sugli aspetti psicologici dei loro rapporti, con il procedere della narrazione si sposta dai morti e dalle indagini alle teorie psicologiche sulla elaborazione del dolore, sulla elaborazione del lutto, sulla schizofrenia, e sui disturbi mentali di cui soffrono i vari abitanti del paese.

Le teorie vengono spiegate in maniera chiara ma non noiosa e quindi la lettura del libro risulta essere scorrevole e interessante.

I personaggi e le loro psicologie sono ben narrate al punto che sembra quasi di vedere dall’alto gli attori muoversi nei loro rispettivi ruoli come se si godesse della prospettiva “di Dio”.

Deve essere stato molto difficile per l’autore raccontare così chiaramente tutti le deviazioni psicologiche dei vari personaggi. Indubbiamente si tratta di un libro più mentale che fisico tanto è vero che la parte relativa agli omicidi, che sono la causa di tutto questo sconvolgimento, ad un certo punto diventa secondaria mentre acquista sempre maggiore rilievo la descrizione dei vari stati psichici di tutti gli attori di questa immane tragedia.

Ovviamente, come tutte le indagini, anche quella della tragedia di San Giuda giunge ad una soluzione che non anticipo per non togliere al lettore il gusto della scoperta e della lettura stessa ma, di sicuro, è una soluzione-ponte che serve solo a traghettare il lettore nella condizione di iniziare una riflessione profonda sui cambiamenti mentali che le tragedie ed il lutto portano alla nostra vita.

Ottima l’idea di far raccontare ai due attori principali la loro versione dei fatti in maniera indipendente (quasi se ognuno di essi stesse scrivendo un proprio diario) e soltanto alla fine le due voci narrative si fondano per arrivare al cuore vero della storia.

Libro abbastanza difficile ma sicuramente una lettura consigliata.