Qualcuno con cui correre di David Grossman edito da Oscar Mondadori – prima edizione 2001.

In questo libro si corre, si corre molto sia in senso fisico che in quello metaforico; infatti Assaf,il protagonista di questo romanzo (sempre che sia lui il vero protagonista), corre dietro al cane Dinka per tutta Gerusalemme; e noi lettori arranchiamo dietro a lui e a tutti gli altri personaggi di questa storia un po’ sconclusionata, un po’ affannata, un po’ magica e un po’ surreale.

Ma perché Assaf corre? Perché deve riconsegnare il cane al legittimo proprietario. Ma andiamo con ordine.

Assaf lavora presso il municipio e il suo superiore gli assegna il compito di trovare il proprietario di Dinka per potergli restituire il cane, riscuotere la multa per la cattura del cane da parte dell’accalappiacani, e fargli firmare il modello che attesta la restituzione del cane.

Dinka è chiusa in gabbia, non ha mai smesso di abbaiare per tutta la notte e non sembra intenzionata a farsi avvicinare da nessuno ma, appena Assaf, apre la gabbia diventa docile come un agnellino; per ritornare però una furia non appena Assaf inizia a correre. E loro corrono per tutta Gerusalemme in modo che il cane possa ritrovare il padrone usando l’olfatto.

Chiaramente le cose non saranno così facili e i due si troveranno in luoghi impensati e di fronte a personaggi inquietanti.

Dopo essere stati in svariati luoghi della città, aver visto tante persone e tanti personaggi (non uno che sia normale di questi ultimi, a cominciare dalla suora che se ne sta rinchiusa di sua propria volontà da cinquant’anni nel convento); dopo aver vissuto avventure che basterebbero a riempire una vita, dopo essere stati arrestati dalla polizia e malmenati da dei ragazzini più grandi di Assaf; dopo essere stati rapinati ed entrati in contatto con le peggio cose della città tra cui la droga… finalmente Assaf incontra Tamar.

Tamar è la proprietaria del cane Dinka, oltre che l’altro personaggio principale della storia. E’ una ragazza solitaria e ribelle, fuggita da casa per salvare il fratello tossicodipendente.

Tamar si è imbarcata in una situazione poco piacevole e infatti la troviamo a cantare nelle strade e nelle piazze di Gerusalemme, nelle grinfie di un sedicente impresario sui generis che gestisce una specie di comune dove trovano riparo molti “artisti di strada” che essendo scappati di casa non hanno un posto dove stare.

Il fascino di Tamar catturerà Assaf, così come la timidezza di Assaf conquisterà Tamar e i due decideranno di andare fino in fondo e di “correre” insieme.

Tutti mi parlavano un gran bene di Grossman e le recensioni che trovare in rete erano tutte entusiastiche quindi, anche per pura curiosità, ho deciso di leggere qualcosa di suo, tanto per poter avere elementi di giudizio.

Non saprei se dare un voto positivo o negativo. Forse il romanzo che ho scelto non è tra i più riusciti, forse la storia un po’ banale non mi ha particolarmente conquistato; forse il modo di scrivere dell’autore non è consono a me, fatto sta che ho fatto una gran fatica a portare a termine la letture di questo romanzo che doppia di poco le 350 pagine.

I personaggi sono ben delineati ma non sono “reali”; si ha sempre la sensazione di vederli come se si trattasse di un sogno. I due ragazzi sono adolescenti eppure in tutto il testo non vi è un solo piccolo dubbio di quelli che caratterizzano quell’età meravigliosa e al contempo infame. Forse gli adolescenti di oggi sono diventati molto più sicuri di sé, ma questi due sembrano davvero degli adulti per i ragionamenti che fanno e per le decisioni che prendono.

Un libro che non mi ha particolarmente impressionato, non mi ha divertito e non mi ha dato quasi nessuna emozione. Non consigliato.