Solar di Ian McEwan edito da Einaudi – prima edizione 2010.

Oh Dio,… che dire di questa opera? Non lo so!

Proviamo a raccontare un po’ cosa succede nel libro e vediamo cosa viene fuori.

Michael Beard è il protagonista di questa storia. E’ un uomo basso, grasso, inverosimilmente seduttore, fedifrago patentato e marito seriale, infatti è al quinto matrimonio.

Michael ha cinquant’anni ma è già uno svogliato e dispotico burocrate della scienza. In gioventù vinse il premio Nobel per la Fisica ma da allora la genialità, così come la gioventù, lo ha abbandonato.

Ormai la sua vita è un almanacco dei sette peccati capitali con una certa predisposizione per la gola e la lussuria ma, mentre la parabola della sua esistenza sembra condurlo inesorabilmente verso la decadenza, l’incontro con un giovane ricercatore del Centro nazionale per le energie rinnovabili che dirige, tale Tom Aldous, risveglierà la sua curiosità e la sua voglia di riprendere le ricerche.

Agli occhi di Michael il giovane Tom appare brillante ma ingenuo nella sua aspirazione ecologica. Ma ad una analisi più attenta il progetto di Tom rivela di non essere così campato per aria visto che si ripropone di risolvere una volta per tutte i problemi energetici del pianeta, basandosi su una nuova ricerca dell’energia solare.

L’incontro tra l’attempato Michael e il giovane Tom (che, per la cronaca venera il maestro) genererà sviluppi inaspettati soprattutto quanto la vita privata e ambiente di lavoro si legheranno indissolubilmente!

Qua ci fermiamo per quello che riguarda il riassunto del libro.

Sul quarto di copertina possiamo leggere “Pochi altri autori riescono come McEwan a far appassionare il lettore ai destini di personaggi quantomeno discutibili, <eroi> che attraggono in maniera proporzionale al disgusto che suscitano”; e qua cominciano i problemi.

Onestamente, il personaggio di Michael Beard non ha alcun fascino per me. E’ solo un porco, egoista, sfruttatore, borioso che vive del riflesso di una scoperta scientifica ormai vetusta, senza aver dato nessun nuovo contributo alla scienza negli ultimi anni.

Ha una vita matrimoniale miserrima (anche se passa da un matrimonio all’altro); non ha amici (anche se si circonda di “lecca….), è ricco ma non è in grado di utilizzare le ricchezze per godersi la vita, ma soprattutto sembra essere un uomo che non ha mai vissuto l’età adulta passando dall’adolescenza alla vecchiaia; insomma un uomo che è invecchiato senza maturare.

Vediamo Michael passare da un letto ad un altro, da una avventura scientifica ad un’altra, da un viaggio all’altro senza mai provare alcuna emozione, alcuna sensazione, alcun amore. Anche il viaggio al Polo non stimola nel protagonista alcuna reazione, alcun sentimento.

E’ un personaggio scialbo, sciatto, che comunica un’idea di sporcizia (prova ne sia lo stato del suo appartamento di Londra, così come lo descrive lui stesso).

La storia parte da un prologo originale. L’idea di una nuova scoperta scientifica che potrebbe rivoluzionare il mondo è un terreno molto fertile su cui potrebbe svilupparsi un intreccio interessante; ma di tutto questo nel libro non c’è traccia; infatti ogni tanto nel corso del libro si intravede un breve dialogo sul nuovo studio che sta portando avanti Michael ma, immediatamente, questo filone viene abbandonato.

Insomma è quasi un libro sul pettegolezzo. Sembra che McEwan sia più interessato alla vita privata del protagonista che non allo studio o alla realizzazione della nuova tecnologia energetica.

Avrei certamente preferito un maggiore sviluppo del lato scientifico piuttosto che quello frivolo. Una maggiore analisi (o fantasia se vogliamo) riguardo alla nuova tecnologia solare piuttosto che leggere dei continui inutili viaggi che il protagonista fa da una parte all’altra del mondo senza alcun costrutto né professionale né personale.

Libro banale. Se proprio amate McEwan potete anche leggerlo ma senza aspettarvi troppo. Rimarreste delusi.