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Missione alle origini dell’universo

Missione alle origini dell’universoHawking Stephen & Lucy, edito da Oscar Mondadori, prima edizione 2012.

A chi di noi non è capitato di stare rilassati in giardino e rendersi conto che il nostro maiale è cresciuto troppo per il nostro piccolo giardino?

La stessa cosa capita a George e ad Annie quando si rendono conto, in un caldo pomeriggio estivo, che il porcellino che i nonni hanno regalato a George è ora, di fatto, un sontuoso suino con tanto di orecchie a triangolo, grugno sporco di fango e codina arriciolata. Bellissimo assolutamente, ma decisamente troppo voluminoso per quello spazio pensato originariamente per ospitare petunie e non suini.

I due amici immediatamente iniziano a pensare a quale sarebbe il posto ideale dove poter mettere Freddy (il maiale) perché abbia più spazio. Ma certo, lo spazio! Ma i maiali sopravvivono nello spazio aperto o anche per loro ci vuole la tuta spaziale?

I genitori di questi due curiosi e pestiferi ragazzini, che già negli altri due libri che già abbiamo recensiti, sono sempre stati un po’ “distratti” diciamo così, ma in questa avventura sono talmente concentrati sui propri affari da non rendersi completamente conto di tutto quello che capita.

Soprattutto il padre di Annie, il grande scienziato, che sta lavorando con i suoi colleghi ad un esperimento incredibile. Vogliono scoprire di cosa sia fatto l’universo, elaborando, de facto, la Teoria del Tutto; una teoria che permetterebbe di spiegare tutti i fenomeni conosciuti. Dal funzionamento del mondo microscopico a quello dell’universo.

Se ci riuscissero sarebbero in grado, per esempio, di creare mezzi di trasporto che utilizzino la trasmissione del pensiero come carburante.

Questo progetto ha fatto drizzare tutti i peli alle compagnie petrolifere che si sono consociate in una organizzazione segreta il cui scopo è quello sabotare i loro studi e le loro ricerche sulle energie pulite.

Questa volta i due protagonisti nonostante il delirio di onnipotenza che li ha accompagnati nei due libri precedenti, capiscono che non posso farcela da soli e che l’unico di cui possono fidarsi è il dottor Viktor Ermin che loro stessi hanno fatto imprigionare in un’altra… galassia1

Riusciranno i nostri eroi a raggiungerlo in qualche modo?

Se ancora ce ne fosse bisogno in questo romano abbiamo la riprova che la coppia padre e figlia alla guida di questo cocchio funziona alla grande.

Il padre ci mette la parte scientifica e le spiegazioni tecniche e la figlia traduce, quello che il padre ha detto, in una lingua riconoscibile per noi stolti umani.

La chiave vincente di tutti e tre questi libri è che sono avventurosi ma allo stesso tempo sono romanzi che ci permettono di imparare. Questi romanzi sono la riprova che si può essere educativi senza essere pomposi; si può trasmettere anche il più difficile dei messaggi purché si utilizzi una tecnica ed un linguaggio di facile accesso per chi ne deve fruire.

Libro consigliato.

P.S. Tanti auguri a me e a voi perché ormai questa piccola zattera veleggia sui romanzi e sugli altri scritti da ormai undici anni.

Mai all’altezza / Per sole donne

Mai all’altezza e Per sole donneVeronica Pivetti, editi da Mondadori, prima edizione 2017 – 2019.

Cari amici ormai la mia follia non conosce più confini, così nell’intimità del mio lettino ho pensato bene di inventare le recensioni-gemelle. L’ho fatto perché volevo mettere in risalto come due romanzi, scritti dalla stessa mano, possano essere tanto distanti tra loro eppure, avere al proprio interno tante assonanze e similitudini.

L’autrice scrive Mai all’altezza dopo aver passato l’esperienza di un incendio devastante in casa, che le ha praticamente distrutto tutto. I pochi oggetti che si sono salvati dalle fiamme prima e dall’acqua poi, scatenano irresistibili ricordi che stimolano vieppiù il dolore.

Incontreremo Veronica bambina settenne con già il 36 di scarpe, la vedremo svettare lunga e secca sulle teste di tutti i suoi compagni di classe, come un fungo svetta sulle foglie. L’accompagneremo in quel periodo di inadeguatezza che è, di per sé stessa, l’adolescenza circondata da amiche cattive e da personaggi bizzarri.

La vedremo rapportarsi con una sorella ingombrante, adattiva e sempre più aggraziata di lei, più proporzionata, più peperina, più sgamata nella vita. Veronica spesso si sente come il brutto anatroccolo con una vita costellata di piccoli traumi

Eppure, proprio nel momento in cui si potrebbe percorrere la strada verso il baratro eccola estrarre la sua arma segreta. L’ironia e con quella combattere e vincere tutte le proprie negatività e sfighe.

Anche il rogo di casa cambia di significato. Da disgrazia devastante diventa una nuova e grande opportunità; quella di ricominciare da capo a vivere raccontandosi, e raccontandoci, una storia che insegna a sopravvivere ogni giorno, nonostante i gufi siano sempre pronti a gufare.

I personaggi sono tutti raccontati quel tanto che basta perché siano immaginabili. La storia è scorrevole e intrigante da tenere incollati alla pagina. Certo, non siamo di fronte ad un romanzo di formazione, magari ottocentesco, eppure questo libro, tra i sorrisi e le risate cristalline, insegna qualcosa, fosse anche solo ad affrontare la vita con ironia e con un sorriso.

Per sole donne ha un incipit fulminante ma non voglio togliervi la sorpresa.

Per questo terzo libro la Pivetti abbandona il romanzo autobiografico, che tanti successi le hanno portato, per buttarsi sul romanzo pseudo erotico. Perché pseudo? Perché il sesso è il cavallo di Troia con cui l’autrice ci induce ad ascoltare le chiacchiere di cinque amiche che si ritrovano in un ristorante cinese.

Se, durante la lettura, vi parrà di aver già visto un qualcosa di simile, sappiate che avete ragione perché queste amiche ricordano moltissimo le protagoniste di “Sex and the city” con la differenza che le americane si sfondavano di cocktail mentre le più ruspanti italiane si abboffano di cibo cinese.

Queste donne sono accomunate da due cose. Tutte stanno attraversando la crisi dei cinquant’anni, e tutte hanno in piedi una relazione che si regge sullo sputo. Sono molto diverse tra loro. Variano dall’antiquaria con marito più giovane che la tradisce, e madre saggia ma già sulla via dell’arteriosclerosi, alla cinquantenne single incallita però libertina e spregiudicata; dalla zitella un po’ snob e inflessibile alla lesbica seduttrice senza pudore né peli sulla lingua, per finire con la donna sciatta intrappolata in un matrimonio squallido e senza più amore.

Le ascolteremo raccontarsi le loro piccanti avventure come adolescenti alla prima cotta e ci domanderemo come abbiano fatto delle donne intelligenti, acculturate e eleganti a lasciarsi cadere così in basso, perché nonostante ci sia molta ironia, queste signore si abbandonano a commenti da bar di quart’ordine. L’ironia gettata a piene mani non riesce comunque a nascondere il vuoto che caratterizza queste donne.

Le protagoniste di questo romanzo sono tutte donne libere ed emancipate, sfacciate e volgari, che non hanno bisogno di nessuno al loro fianco; eppure, pur condividendo i motivi delle lotte femministe, credo che la rappresentazione fatta dall’autrice sia eccessiva nei modi e nei toni.

Non accusatemi di maschilismo o misoginia perché ho sempre pensato alla donna come pari dell’uomo in ogni aspetto della vita ma quelle rappresentate dalla Pivetti non sono donne, sono degli uomini con la vagina.V

Voglio sperare che le donne siano ancora quegli esseri intelligenti, abili, amorevoli e pieni di tenerezze che sono sempre state. Se così non fosse, se queste donne raccontante dalla Pivetti fossero lo spaccato della nostra società, allora tutti avremmo perso qualcosa di veramente prezioso.