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Middlesex

MiddlesexJeffrey Eugenides, edito da Oscar Mondadori, prima edizione 2002.

Oggi siamo di fronte ad un libro assai complicato perché complicato è il tema che viene affrontato nel corso del romanzo. Ma andiamo per ordine.

Affinché si possa capire cosa succede nella contemporaneità è necessario che la storia prenda le sue mosse da un remoto passato. All’inizio del ‘900 nel villaggio di Bitinio, una enclave greca in Turchia, i fratelli Eleutherios e Desdemona Stephanides si innamorano. A seguito della distruzione del loro villaggio ad opera dei Turchi nella guerra del ‘22 tra Greci e Turchi, e temendo per la loro stessa vita, i due decidono di emigrare negli Stati Uniti d’America.

Approfittando della confusione, della poca organizzazione dell’epoca e soprattutto della distruzione del loro paese natio i due decidono di sposarsi sulla nave e si promettono di non dire mai a nessuno di essere anche fratelli. Giunti negli Stati Uniti metteranno su famiglia prima appoggiandosi dalla cugina Soumelina a Detroit e successivamente trovando una casa propria.

Dalla loro unione nascerà Milton che sposerà, una volta cresciuto e realizzato, la figlia di Soumelina Da questo matrimonio nasceranno due figli. Il maschio “Chapter Eleven” e la femmina “Calliope” immediatamente ridotto a Callie prima e Cal dopo.

Proprio sulle sue spalle ruota il libro. Per i primi anni della sua crescita nulla viene a turbare la serenità della famigliola. I rapporti tra fratelli sono nella norma e tutti approfittano del grande sogno americano attraverso il lavoro di papà che permette un tenore di vita non eccezionale ma sicuramente molto positivo.

Quindi tutto fila liscio fino al manifestarsi dell’adolescenza in Callie. Con lo svilupparsi delle sue pulsioni, Cal si scopre stranamente innamorata della sua migliore amica e, con lei, fa qualche esperienza tipica dell’età adolescenziale. Grazie all’amica Cal avrà però anche esperienza con un ragazzo e la cosa non le piacerà assolutamente perché sarà un’esperienza che le procurerà dolore oltre quello che sarebbe necessario aspettarsi da una prima volta.

Però tutto precipita quando, a causa di un incidente, Callie viene visitata, a New York, dal luminare dr. Peter Luce che per primo capisce la condizione della ragazza.

Da questo momento in avanti affonderemo via via nella vita, nelle esperienze, nello strazio di questa ragazza che dovrà ricominciare la naturale ricerca dell’accettazione di sé stessa e del proprio posto nel mondo.

Questo può sembrare un libro senza pensieri è invece racconta una storia molto profonda, soprattutto quando si arriva a comprendere la difficoltà della giovane Callie nell’affrontare la valanga che le cade addosso. Ricordiamo infatti che stiamo parlando dell’inizio del ‘900 quando la medicina non era sviluppata come oggi e anche la psichiatria muoveva i primi passi.

Il libro, che risulta essere sicuramente ben scritto e assolutamente scorrevole, tocca con grande delicatezze tutte le corde dei sentimenti in ballo, raccontandoli con grande sensibilità. Non soltanto quelli della protagonista ma anche quelli di tutta la sua famiglia che non è sempre in grado né pronta ad affrontare ciò che a i loro occhi sembra una tragedia.

I personaggi sono descritti approfonditamente al punto che è facile immaginarli. Grande spazio viene ovviamente dato alle loro riflessioni.

Come dicevo all’inizio, siamo di fronte ad un libro complicato che però deposita, nella mente del lettore, tutte le considerazioni e le esperienze legate ad una situazione che non abbiamo provato direttamente.

Libro assolutamente consigliato.

Il libro dei Baltimore

Il libro dei Baltimore di Joël Dicker, edizione La nave di Teseo, prima edizione 2015.

Se vi aspettate di ritrovare in questo libro le sensazioni, le emozioni, le vibrazioni che avete trovato nel precedente “La verità sul caso Harry Quebert” andate incontro ad una solenne delusione. Questo libro è altro dal precedente. E’ lontanissimo. Unica costante è la voce narrante. Quel Marcus Goldman che ci ha raccontato la precedente storia, ora si accinge a illustrarci una nuova realtà.

All’inizio di questo reportage è necessario distinguere i Goldman. Esistono i Goldman di Montclair, nel New Jersey, che sono una famiglia della middle-class (e di questa fa parte Marcus); e poi ci sono i Goldman di Baltimore, nel Maryland, che invece fanno parte della high-class, che hanno svariate proprietà e che navigano decisamente in acque prosperose. La famiglia di Baltimore è composta dallo zio avvocato, dalla zia dottoressa e dai cugini Hillel e Woody; Agli occhi del bambino Marcus, questi quattro sembrano degli alieni. Hanno tutto quello che lui desidererebbe se solo sapesse di poterlo desiderare. Una grande casa, tanti soldi e tutta la serenità del mondo.

Nonostante siano molto abbienti i Goldman di Baltimore non sono per niente snob, anzi accolgono il giovane Marcus ogni qual volta lui li raggiunge. Invece i Goldman di Montclair provano parecchia invidia nei confronti dei parenti “ricchi”.

La vicenda prende le mosse quando, nel 2004 lo zio Saul convoca Marcus urgentemente a Baltimore. Nessuno sa che nell’arco di un mese avverrà quella che tutti, nel loro futuro, chiameranno “Tragedia” e che il lettore scoprirà solo nelle ultime pagine del romanzo.

L’amicizia tra i cugini è forte e indissolubile al punto che sembrano quasi fratelli. Nemmeno l’avvento dell’adolescenza e dei primi amorazzi riesce a separarli al punto che finiscono per innamorarsi tutti della stessa ragazzina, Alexandra.

Seguiremo i cugini Goldberg prima nelle loro normalità, nel loro essere ragazzi come tutti. Spinti dalle famiglie a primeggiare nei rispettivi campi, la cosa che davvero li spingerà sempre più avanti sarà la sana rivalità tra loro. Però non dobbiamo fidarci di quello che ci dicono i personaggi perché ognuno di loro ha almeno un segreto; ognuno di loro è tormentato da fantasmi che arrivano direttamente dal loro passato; ognuno di loro ha notti insonni da superare.

Seguiremo la loro normalità fino alla tragedia che cambierà tutti e tutto.

In questo scritto, a differenza del libro “La verità sul caso Harry Quebert” non siamo di fronte ad un romanzo bensì ad una saga lunga oltre vent’anni raccontata magnificamente in un unico volume.

Come già aveva fatto nel precedente romanzo anche in questo Dicker utilizza la tecnica dei continui flash-back su tre piani temporali sfalsati. Primo quello della fratellanza tra i giovani cugini seguito dagli eventi che portano alla Tragedia, per finire con il racconto di Marcus attraverso il quale cerca di rimettere insieme i pezzi della propria vita. Così facendo ci racconta la novella attraverso voci diverse ma simili.

Si ha quasi la sensazione che Marcus, che è la voce narrante principale, voglia condividere prima, con il foglio e specularmente con il lettore, non solo i suoi ricordi, ma anche gli amori e gli amici di famiglia. Sembra quasi che ci apra la porta di casa invitandoci ad vivere con lui quello che gli è capitato.

Ancora una volta l’autore dimostra di saper dosare le informazioni soprattutto quando racconta i personaggi che sono così sapientemente descritti che il lettore non può che figurarseli e completarli a proprio gusto.

Più si prosegue nella lettura e più questi personaggi così granitici, inamovibili, incrollabili mostrano le loro debolezze, le loro intimità difese allo strenuo, le loro fragilità umane.

Lo stile di Dicker in questo romanzo è straordinariamente funzionale al punto che oltre seicento pagine di romanzo scorrono senza quasi che se ne abbia sentore.

Libro consigliato.