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Elon Musk: Tesla, SpaceX e la sfida per un futuro fantastico

Elon Musk: Tesla, SpaceX e la sfida per un futuro fantastico di Ashlee Vance, edito da Hoepli, prima edizione 2015.

Forse il suo nome è sconosciuto alla grande folla ma questo uomo è entrato di diritto nella galleria degli innovatori accanto a figure come Harry Ford, Thomas Edison o, più recentemente Steve Jobs perché ognuno di noi è entrato almeno una volta in contatto con una delle sue illuminanti idee.

Se quasi nessuno può aver avuto a che fare con SpaceX (la prima agenzia spaziale privata ad essere riuscita a mettere in orbita un razzo e a farlo agganciare alla ESS Stazione Spaziale Europea), molti di più hanno sentito parlare, visto, provato o guidato la Tesla (prima auto completamente elettrica e a breve auto a guida autonoma); infine quasi tutti sanno cosa sia PayPal (conto corrente gratuito per acquisti on line).

Con il senno di poi, può sembrare semplice immaginare e realizzare quanto sopra eppure non lo è affatto perché è necessario pensare fuori dagli schemi, dalle consuetudini.

Ogni idea che questo magnate realizza, genere un’onda d’urto nel business, nella tecnologia ma anche nella società civile che obbliga questo vecchio mondo a fare un passo avanti.

La cosa che maggiormente salta all’occhio durante la lettura di questa biografia, è il fatto che Musk crede talmente tanto nelle proprie idee da investirci fino all’ultimo centesimo, rischiando ogni volta la sua gigantesca fortuna. Ci crede talmente tanto da assomigliare a Tony Stark anima di Iron Man recentemente visti al cinema.

Però, in questo libro non c’é soltanto il gretto industriale attento al bilancio e al successo delle proprie aziende, é altresì affasciante leggere di come abbia fatto visitare le sue aziende al giornalista che ha materialmente scritto la sua storia, e di come sprizzasse dalla pagina l’energia e la felicità per poter mostrare ad altri come stava realizzando i propri sogni. Mi ha ricordato la felicità dei bambini quando iniziano a costruire i giochi in scatola, il mecano, i giochi da assemblare ecc ecc.

Quest’uomo immagina un futuro ricco e meraviglioso e cerca di realizzarlo con quello che ha a portata di mano (che non è poco).

Siamo certamente di fronte ad uno dei businessman più creativi di tutta la Silicon Valley; un uomo che sta cambiando l’imprenditoria americana e, di conseguenza, quella mondiale; un uomo che ha dato una spallata al modo di “immaginare e creare” il futuro.

Attraverso oltre cinquanta ore di intervista a Musk e oltre trecento persone intervistate, viene tracciato un ritratto di un uomo eclettico, con una personalità indomita, ricca di sfaccettature, sicuramente non facile da avere accanto; rivoluzionario per alcune decisioni ed idee.

Un uomo capace di affascinare ma anche di crearsi un sacco di nemici perché, senza alcun rispetto per lo status quo, va a “pestare i piedi” dei giganti e li sfida a viso aperto.

In un periodo in cui le grandi aziende di qualsiasi settore tagliano i rami poco produttivi e risparmiano fino all’osso, in contrapposizione Musk sogna di realizzare sogni che sono sempre più grandi, sempre più difficili, sempre più azzardati.

Si potrebbe pensare che la spinta all’innovazione di Musk sia ormai sopita ed invece lo troviamo pronto a sfidare nuovamente la sorte e l’impossibile con altri due progetti quali l’Hyperloop (il treno più veloce del mondo, oltre 1.200 km/h) e le autostrade sotterranee.

Genio, incoscienza , abilità? Non saprei rispondere. Certo è che solo da menti aperte possono arrivare le novità. Finché mettiamo i piedi nelle orme di chi ci ha preceduto, percorreremo sempre la medesima strada vedendo sempre lo stesso panorama (bello quanto si vuole ma alla lunga noioso).

Il libro è scorrevole, ben scritto e interessante perché la persona che ci viene raccontata è fuori dagli schemi che siamo abituati a seguire.

Libro consigliato se vi interessa sentir parlare di tecnologia e del suo sviluppo, altrimenti lasciate perdere.

La ragazza del treno

La ragazza del treno di Paula Hawkins, edito da Piemme, prima edizione 2015.

Sulla copertina di questo libro, ancora prima del nome dell’autrice e del titolo campeggia questo monito: “Non fidarti di ciò che vedi dal finestrino di un treno. Le vite degli altri non sono mai come sembrano”.

Mentre leggevo questo libro ho avvertito come la sensazione che si dipanassero davanti ai miei occhi dei pannelli tutti uguali, tutti dipinti di differenti tonalità di grigio. Si perché la vita della protagonista è grigia, monotona, ripetitiva. La protagonista stessa, Rachel, è grigia; grigia perché non ha amici e la sua vita ruota tutta intorno alla routine casa-lavoro. La città in cui è ambientato il libro, Londra, viene raccontata come tetra, spenta, grigia appunto, anche se sappiamo che nella realtà tutto si possa dire della capitale delle terre di Albione, tranne che sia una città grigia.

Rachel, una donna di 32 anni affetta da gravi problemi di alcolismo, vive a Londra e per raggiungere il lavoro prende tutti i giorni il treno che, monotonia nella monotonia, fa sempre le stesse fermate sia in stazione sia al di fuori. Rachel ha preso l’abitudine di scrutare la vita degli altri dal finestrino del treno quando questo si ferma. Tra le fermate non ufficiali, ce n’è una alla quale Rachel è molto affezionate. Si tratta di una fermata in attesa che venga dato il verde per entrare in una stazione e, nei pochi istanti concessi, spia la vita di una coppia a cui ha assegnato anche nomi di fantasia di Jess e Jason. Sembrano la classica famigliola felice.

In realtà si chiamano Megan e Scott Hipwell e la loro esistenza non è così perfetta come sembra.

Rachel gode della ripetitività di quello che vede perché la sua vita sentimentale è stata una vera Waterloo. Sposata a Tom la sua storia è naufragata per il suo alcolismo e Rachel non riesce a farsene una ragione soprattutto perché l’ex-marito ha iniziato una nuova relazione con Anna e dalla loro unione è nata una splendida bimba.

Una mattina però, quando il treno si ferma davanti alle finestre della casa di Megan e Scott, quello che Rachel vede non è il classico quadretto idilliaco a cui era abituata bensì Megan che bacia appassionatamente (e di questo Rachel non ha il minino dubbio) un uomo che non è suo marito.

Data la propria condizione Rachel prende il tradimento di Megan come uno schiaffo morale personale e continua a pensarci per giorni e giorni fino a quando si rende conto che Megan è scomparsa. Convinta di essere ella stessa coinvolta in qualche modo nella scomparsa della donna, Rachel si mette ad indagare parallelamente alla polizia, ficcandosi in parecchi guai e scoprendo, alla fine, più su se stessa e la sua dipendenza dall’alcol che su quanto effettivamente accaduto.

Ovviamente trattandosi di un giallo non aggiungerò altro, ma il libro ha uno stile narrativo molto particolare infatti, nello sviluppo della storia si alternano tre voci narranti. Quella di Rachel appunto, ma anche quella di Megan e di Anna. Ognuna di esse contribuisce ad erigere un mosaico che porterà il lettore alla scoperta della verità.

Il libro ha sicuramente il vantaggio di un ritmo incalzante ed asfissiante. Il lettore è trascinato a leggere sempre un pezzo in più. L’autrice sicuramente ha trovato il modo di incatenare la curiosità del lettore alle pagine. I personaggi sono tutti molto ben descritti sia nei tratti fisici ma soprattutto in quelli psicologici; questo ci permette di entrare nella testa di Rachel, per esempio, e di capire come l’obnubilamento da alcol la porti a vedere, pensare, progettare situazioni assurde.

Libro sicuramente molto psicologico che mostra al lettore i danni causati nello specifico dall’alcolismo ma in senso più generale da tutte le dipendenze.

Da libro è stato tratto nel 2016 un film che ambienta però la storia negli Stati Uniti.

Libro consigliato.