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Fahrenheit 451

Fahrenheit 451 è un fantastico libro di Ray Bradbury, scrittore americano nato nell’Illinois (USA) nel 1920 e morto nel 2012. Scrittore statunitense innovatore del genere fantastico, ha fatto anche lo sceneggiatore cinematografico.

Ha scritto un sacco di cose per la tv, molti racconti brevi ma il motivo principale per cui parliamo di lui è il suo romanzo “Fahrenheit 451” pubblicato nel 1951 con il titolo di “The Fireman” a puntate sulla rivista “Galaxy” e poi nel 1953 in volume (in Italia viene pubblicato anche con il titolo “Gli anni della fenice”.

Nel 1966 il libro è stato trasposto in un omonimo film per la regia di François Truffaut e in un omonimo film TV nel 2018 per la regia di Ramin Bahranii.

In un imprecisato futuro, in una società distopica (rappresentazione di uno stato di cose futuro, in aperta polemica con tendenze avvertite nel presente, in cui si prefigurano situazioni, sviluppi, assetti politico-sociali e tecnologici altamente negativi. Sinonimo utopia negativa) in cui leggere o possedere libri è considerato reato viene istituito un corpo speciale di vigili del fuoco con il preciso scopo di distruggere ogni tipo di scritto. Il simbolo rappresentativo di questo gruppo è la salamandra (che nella mitologia si dice non bruciare nel fuoco).

Il protagonista, Guy Montag, lavora nei pompieri, come un tempo suo padre e suo nonno. Nella sua epoca però i pompieri, o meglio, “la milizia del fuoco”, non spengono gli incendi, bensì appiccano roghi alle case di coloro che hanno violato la legge, nello specifico di coloro che nascondono libri in casa, in quanto la lettura è proibita.

All’inizio della narrazione Montag è convinto della propria missione, e vive la sua vita serenamente. Solo dopo l’incontro con Clarissa McClellan, inizia a porsi delle domande, soprattutto dopo che lei, lasciandolo sulla porta di casa gli chiede se è davvero felice? Dicevamo che Montag inizia a chiedersi cosa contengano i libri, perché le persone rischino la libertà e la loro casa, perché ritengano una semplice storia da romanzo più importante di tutto quello che già hanno. L’incontro con un’anziana donna che preferisce bruciare nella sua casa anziché abbandonare i libri lo sconvolge completamente. Montag inizia a salvare alcuni libri e a leggerli di nascosto, cosa che impensierisce il capitano Beatty, che intuisce cosa si celi dietro il malessere del suo sottoposto. Beatty cerca di parlare con Montag, che vorrebbe licenziarsi, e le sue parole rivelano comprensione per i tormenti che ha provato anche lui ma nel contempo il capitano cerca di riportare Montag alla ragione, rafforzandone invece, con le sue parole, la volontà di lasciare il lavoro.

Non si può trattare del libro di Bradbury senza fare almeno un brevissimo accenno all’altro romanzo distopico che è 1984 di George Orwell.

In entrambe le opere grande importanza riveste la televisione. Se nell’opera orwelliana la tv è un qualcosa di permeante, intrusivo e non bloccabile, nell’opera di Bradbury la televisione diventa “uno di famiglia”. Le pareti di casa ospitano la televisione e il rapporto che si stringe con i personaggi tv fa si che Mildred (la moglie di Montag) si riferisca a loro con il termine di “famiglia”.

Sia in 1984 che in Fahrenheit vengono aboliti i documenti e anche la cultura d’élite in modo che si possa sviluppare la cultura popolare. Questo permette il mantenimento di tutti gli abitanti della nazione ad un livello culturale più basso e quindi più facilmente traviabile.

Ultimo paragone tra questi due capolavori: in Fahrenheit la funzione dei mezzi di comunicazione è prevalentemente quella di distrarre il popolo, invece in 1984 l’accento viene spostato sulla nascita e sviluppo di una religione laica, basata sul culto del Grande Fratello e del partito.

Per questo romanzo così particolare e di così grande importanza non voglio aggiungere ulteriori commenti. Solo una precisazione; se nel corso della lettura vi dovesse mancare il fiato, se vi bruciassero gli occhi, se avvertiste la necessità di scappare lontano non vi preoccupate. Non siete malati, è il fumo acre che si leva dai roghi di Fahrenheit 451 che ancora ammorba l’aria.

Libro assolutamente consigliato.

1Q84

1Q84 di Haruki Murakami edito da Einaudi, prima edizione 2011.

 “Non si lasci ingannare dalle apparenze. La realtà è sempre una sola”. Questa è la frase con cui il tassista ammonisce Aomame, una dei due protagonisti di questo libro. Aomame è una ragazza particolare che la vita ha colpito; lei è caduta, ha sofferto e si è rialzata e adesso fa un lavoro “particolare” sotto le rassicuranti vesti di una insegnante di stretching.

L’altro protagonista è Tengo un uomo che insegna matematica in una scuola preparatoria e scrive storie e romanzi che nessuno ha ancora apprezzato al punto da pubblicare. A Tengo viene dato un libro da leggere; il libro si chiama “La crisalide d’aria”. E’ eccezionalmente buono, ma sembra scritto da una bambina delle elementari; ma l’idea e la storia ci sono. E’ così che l’editore Komatsu decide che Tengo riscriverà il libro usando il manoscritto come traccia e base.

La storia si dipana nella Tokio del 1984. Il titolo si basa sull’assonanza tra la lettera Q e il numero 9 che in giapponese hanno la stessa pronuncia e qualcuno vede in questo titolo un omaggio al capolavoro di Orwell.

Come tutti noi, anche Aomame e Tengo hanno la loro storia che ci verrà raccontata nel corso del libro, e nel frattempo continuano a vivere la loro vita più o meno serenamente, a rincorrere i propri sogni, ad incontrare persone, a cercare di raggiungere il massimo della felicità possibile.

Il 1984 e l’anno 1Q84 sono due anni contemporanei ma non paralleli infatti 1Q84 è una diramazione reale del 1984, come un binario che si stacca dal binario originale per divergere totalmente, senza mai essere parallelo al primo. Insomma 1Q84 è una realtà separata.

1Q84 è un libro che parla delle conseguenze delle scelte che facciamo e di come non ci sia una via di uscita che ci porti alla situazione primigenia. E’ un libro che ci insegna che qualsiasi scelta noi facciamo, non è soltanto una scelta; può sembrare facile, addirittura banale, prendere una determinata decisione ma non è così perchè, ogni scelta che noi facciamo, modifica la realtà in cui viviamo; di sicuro non compariranno due lune nel cielo della nostra realtà, non ci saranno grossi sconvolgimenti, ma staremo vivendo una realtà differente da quella che avremmo vissuto prendendo una decisione diversa.

E’ così, ogni scelta che noi decidiamo, ogni bivio che noi prendiamo, modifica la nostra vita, il mondo in cui viviamo; perchè ogni scelta si fa una volta sola. Non c’è la possibilità di cambiarla. Potremo fare altre scelte che negano la prima, ma non potremo mai rifare quella determinata scelta perchè la vita non ha un tasto di reset, non ha un tasto che ci permetta di riavvolgere il nastro e di registrare nuovamente quella certa scena, quella certa scelta che abbiamo preso.

E’ un po’ questo il senso di tutto quanto il libro. Aomame e Tengo sono due persone che decidono e le loro scelte hanno, per loro, delle conseguenze che li portano a ragionare sulla correttezza o meno delle loro decisioni. Ma questo è un semplice esercizio stilistico perchè alla fine la scelta non è modificabile.

Questo è il grande messaggio che esce dal libro di Murakami; Nessuno di noi, una volta fatta una scelta può cambiare quella decisione presa. E’ un libro che ci insegna a prendere la vita con filosofia, a dare il giusto valore alle decisioni che prendiamo ma al contempo ci insegna a vivere nel presente.

E’ un po’ come dire “è inutile crucciarci per le scelte sbagliate che abbiamo preso, ormai siamo a questo punto e non possiamo tornare indietro, non ci viene data questa possibilità.” e per questo motivo dobbiamo andare avanti, scegliere tra le opzioni che abbiamo con grande intelligenza e poi dimenticare che avremmo potuto percorrere altre strade, perchè così facendo continueremmo a guardare il nostro passato che non ci interessa più.

Ci interessa il nostro presente. Quando sarà il momento, quando il futuro diventerà presente allora ci preoccuperemo di quello.

E’ un libro lento, senza che questo rappresenti un limite; è intimo per la numerosa presenza di soliloqui ed è scritto con grande delicatezza e raffinatezza. Anche il racconto delle poche scene di sesso è sempre abbozzato e mai volgare. Un libro che scorre lentamente tra le riflessioni dei due personaggi.

Libro consigliato.